Molto spesso sulle schede dei prodotti balistici leggiamo sigle strane come STANAG, ANSI, EN e simili, e difficilmente ne comprendiamo il significato. Questo avviene anche con gli occhiali, che sono forse uno degli accessori ρiυ’ venduti all’interno del mondo balistico, perché accessibili a tutti. Per chiarire le idee sul significato delle sigle ma soprattutto su quello a cui si riferiscono, noi di Italia Militare abbiamo deciso di creare una guida sulle certificazioni balistiche per gli occhiali, cercando di essere il più esaustivi possibile.
Gli occhiali balistici sono accessori protettivi essenziali da indossare in situazioni nelle quali ci si trovi esposti a schegge o detriti che volano ad alta velocità. Per essere definiti “balistici” infatti, gli occhiali devono essere sottoposti a dei test specifici per ottenere le relative certificazioni, delle quali parleremo tra poco. Indossarli (e farlo correttamente) è fondamentale nell’ambito della sicurezza, del militare, delle forze dell’ordine, ma anche di attività come il softair e degli sport ad alto impatto.
Le caratteristiche principali degli occhiali balistici sono:
• Resistenza agli impatti principalmente da colpi di particelle di grandi dimensioni, come proiettili, schegge di metallo o frammenti di vetro.
• Protezione anti-UV
• Costruzione con materiali resistenti come il policarbonato
• Design ergonomico per potersi adattare alle varie forme del viso senza compromettere la capacità protettiva
• Protezione laterale garantita dalle lenti allungate
• Trattamenti antiriflesso e antigraffio
A tutto questo va aggiunto che l’occhiale deve essere indossato correttamente, quindi deve calzare aderente al viso senza essere troppo stretto né troppo largo, e deve essere sostituito dopo qualsiasi segno di impatto o di corrosione.
LE CERTIFICAZIONI BALISTICHE
Vediamo adesso quali sono le principali certificazioni balistiche e quali test vengono effettuati per poter rilasciare il certificato, a cosa si riferiscono le varie sigle e quali modelli di occhiale rappresentano meglio la categoria descritta.
STANAG 2920/4296
ANSI Z87.1
MIL-PRF-31013
MIL-PRF- 32432
EN166
STANAG
➼ Lo STANAG 2920 (Standardization Agreement) è uno standard di protezione NATO che si applica agli accessori per la protezione balistica e alle armature, per misurare la loro capacità di fermare i frammenti e le schegge. Inizialmente erano presi in esame solo i giubbotti antiproiettile, ma col tempo il campo di indagine si è ampliato a tutti i tipi di protezioni balistiche (come gli occhiali, i mezzi e le attrezzature in genere), che possono essere presenti in circostanze dove le schegge rappresentano un rischio.
IL TEST
Come funziona un test STANAG 2920?
I test per la certificazione STANAG sono appunto di livello internazionale e valutano essenzialmente la resistenza dei materiali alla frammentazione. Le prove vengono fatte utilizzando dei proiettili speciali, di pesi diversi, che simulano l’arrivo delle schegge sull’oggetto (i proiettili sono detti infatti FSP: Fragment Simulating Projectiles) e sono sparati a velocità crescenti.
Il test si chiama V50 (cioè velocità al 50%, o velocità media) perché viene eseguito facendo una media fra le tre velocità ρiυ’ basse con cui si è avuta una penetrazione completa del materiale, e le tre velocità ρiυ’ alte con cui si è avuta invece una penetrazione parziale (ovvero il solo inserimento del frammento nell’oggetto testato, senza oltrepassarlo).
➼ STANAG 4296
Se STANAG 2920 riguarda in generale tutte le protezioni balistiche, la certificazione diventa invece ρiυ’ specifica quando si parla di occhiali, perché essi sono tenuti a superare anche il parametro 4296. Alcuni dei requisiti principali che rientrano nello STANAG 4296 e che gli occhiali devono dimostrare di avere per essere considerati balistici, sono:
– Essere più leggeri e confortevoli possibile
– Garantire il minor appannamento possibile delle lenti attraverso canali di ventilazione o rivestimenti specifici
– Assicurare una visibilità di almeno 160°
– Non distorcere la visione
– Resistere ai graffi ed essere compatibile con l’indosso di altre protezioni.
IL MODELLO CONSIGLIATO
Un modello di occhiale balistico che può vantare di possedere tutte queste caratteristiche (e ad un ottimo prezzo) è il NightHawk di Swiss Eye. Gli occhiali Nighthawk hanno aste morbide e piatte che non risultano fastidiose e rendono quindi compatibile l’indosso di cuffie o paraorecchie. Sono leggeri ma anche molto resistenti e oltre a garantire un’ampia visione frontale, offrono una buona protezione laterale grazie alle lenti allungate. Le lenti sono costruite in policarbonato, che oltre ad avere un rivestimento antigraffio e antiappannamento, proteggono totalmente dai raggi UVA, UVB e UVC fino a 400 nm.
Non solo! Questo modello oltre alle certificazioni STANAG, gode anche delle ANSI Z87.1, IT EN 166F e MIL-PRF-31013/32432A, che andiamo a vedere di seguito.
ANSI Z87.1
ANSI è l’American National Standards Institute, ovvero un’organizzazione privata no-profit Statunitense che amministra e coordina il sistema di conformità dei materiali protettivi. Lo standard Z87.1 riguarda nello specifico gli occhiali balistici ed in particolare la protezione che possono offrire dalla polvere, da spruzzi di agenti chimici e dalle radiazioni, ma anche la loro resistenza agli impatti e al calore.
IL TEST
Per testare la resistenza degli occhiali agli impatti, viene effettuato il cosiddetto “Drop Ball Test”, ovvero si fa cadere una speciale sfera di acciaio di 2,5 cm di diametro (1 pollice) da circa 1 metro e 27 cm di altezza (50 pollici): il test è superato se gli occhiali rimangono intatti.
Riguardo invece la certificazione di resistenza agli agenti chimici, è effettuata in maniera semplice ma efficace: su un manichino viene posta sotto gli occhiali della carta reattiva con due occhi disegnati sopra. Si spruzza sugli occhiali il liquido da indagare e si osserva la reazione sulla carta: se la zona all’interno degli “occhi” cambia colore, il test è fallito; in caso contrario, si può assegnare la certificazione.
Al termine di questi test, si può assegnare una certificazione “D” in base alle prove superate: D3 per le gocce e gli schizzi, D4 per la polvere e D5 per le polveri sottili.
Fra i nostri occhiali, alcuni dei modelli che godono della certificazione ANSI Z87.1 sono i già citati NighHawk di Swiss Eye, ma anche gli Oakley SI M Frame 3.0, i WileyX Saber Advanced e i WileyX Saint con 3 Lenti.
IL MODELLO CONSIGLIATO
I WileyX Saint sono molto famosi per essere stati scelti come gli accessori indossati da Bradley Cooper in American Sniper, nei panni del cecchino Chirs Kyle. Non sono però solo occhiali di scena perché forniscono una protezione balistica reale, certificata non solo da ANSI ma anche da tutti gli altri enti di certificazione citati in questo articolo.
I Saint hanno una struttura con la lente inferiore priva di cornice ed un sistema rapido di scatto del telaio che rende molto facile cambiare le lenti in ogni ambiente. Le lenti in dotazione infatti sono di 3 tipi, per potersi adattare ad ogni condizione di luce: chiare, scure e arancio. Le aste e il nasello antiscivolo garantiscono una calzata sicura anche durante attività ad alta intensità e la montatura in generale ha un taglio moderno e all’avanguardia, che fa risultare gli occhiali belli esteticamente, oltre che sicuri.
MIL-PRF-31013
MIL-PRF-31013 è uno standard militare statunitense che definisce i requisiti degli occhiali protettivi balistici in termini di proprietà ottiche, protezione UV, livelli di trasmissione della luce, resistenza chimica, stabilità a temperature estreme, proprietà balistiche, e simili.
Anche qui, similmente allo STANAG, viene effettuato un test di verifica che misura la velocità con la quale un proiettile trapassa, o semplicemente intacca, il materiale balistico.
IL TEST
Il metodo di prova si chiama MIL-STD-662 ed utilizza sfere di calibro .15 (3,8 mm) da 5.8 grani (0,37 grammi) per calcolare i valori V0 o V50, dove V50 come abbiamo detto per lo standard STANAG è la velocità media tra i proiettili che oltrepassano il materiale e quelli che lo scalfiscono soltanto, e V0 è invece la velocità massima alla quale si verifica solo l’innesto del proiettile sul materiale. In sostanza, V50 è registrato quando il colpo oltre a scalfire l’occhiale riesce anche ad oltrepassarlo, mentre V0 si registra quando il colpo alla massima velocità crea solo una lesione non pericolosa per l’operatore.
Nei test di resistenza alle temperature invece, gli occhiali sono sottoposti a condizionamenti da -50 a +70°C e per passarli non devono mostrare alcuna deformazione o scolorimento. Anche l’esposizione alla luce solare e all’umidità non deve intaccare in alcun modo gli occhiali, così come le lenti protettive devono riuscire ad assorbire il 90% dei raggi UV fino a 380 nm.
IL MODELLO CONSIGLIATO
Gli occhiali Oakley SI M Frame 3.0 rispettano le prerogative MIL-PRF-31013 e superano le ANSI Z87.1! Questo modello vanta una visibilità di alto livello grazie alle lenti in Plutonite con tecnologia High Definition Optics (HDO), che impediscono il passaggio delle radiazioni solari ultraviolette di qualsiasi lunghezza d’onda, e al rivestimento antiappannamento. La montatura resiste agli urti e alle sostanze chimiche, ha un design ad aste piatte ultraleggere compatibili con dispositivi di visione notturna, protezioni acustiche ed elmetti, ed è completata da un nasello in Unobtainium che garantisce una calzata sicura anche in situazioni di bagnato. Non solo, è completo sia di lente trasparente, che permette il passaggio dell’86% della luce visibile ed è adatta in condizioni di scarsa luminosità, sia di una lente grigia, che consente un passaggio del 15% ed è adatta alla luce intensa.
MIL-PRF-32432
MIL-PRF-32432 è anch’esso uno standard militare statunitense che impone il superamento di varie prove di resistenza chimica e fisica per gli occhiali, i quali non devono mostrare alcun segno di degrado se esposti a temperature estreme (da -50 a +70°C), luce solare, umidità, vento e polvere. Devono anch’essi rispettare requisiti ottici di trasmissione della luce, valore del colore, l’ampio campo visivo e la resistenza all’appannamento o ai graffi, oltre all’assorbimento dei raggi UV da 290 a 380 nm.
IL TEST
I test balistici eseguiti secondo questo parametro prevedono lo sparo con un calibro .15 da 5,85 grani (0,37 grammi) alla velocità di 640-660 fps (195-201 m/s) per gli occhiali protettivi normali, e con un calibro .22, da 17 grani (1,10 grammi) a 550-560 fps (167-170 m/s) per gli occhiali protettivi dalla montatura più robusta, sul modello delle maschere. In entrambi i casi non deve esserci penetrazione del proiettile, la scheggiatura delle lenti, la loro rottura o incrinatura e il telaio non deve separarsi dalla lente durante la prova.
In sostanza, il MIL-PRF-32432 è uno standard simile all’ANSI Z87.1, ma ρiυ’ rigido.
IL MODELLO CONSIGLIATO
Tra i modelli nel nostro catalogo, gli Occhiali WILEYX Saber Advanced rispettano questo parametro – e sono in linea anche con ANSI Z87.1, STANAG 2920/4296 e EN 166F! Le lenti sono in policarbonato infrangibile Selenite con rivestimento anti appannamento e proteggono al 100% dai raggi UVA e UVB. All’interno della confezione si trovano 3 lenti:
– trasparente che consente una visione cristallina e protetta dell’ambiente circostante
– scura che assorbe tutti i colori in modo uniforme e ne conserva la stessa percezione, riducendo l’abbagliamento
– arancione che filtra la maggior parte delle onde di luce blu, presente prevalentemente in condizioni di foschia e abbagliamento, e migliora il contrasto in condizioni di luce medio-bassa.
Tutto questo è contornato dalla montatura a basso profilo con aste telescopiche e regolabili e da un nasello compatibile con ogni forma del viso.
EN166
La EN166 è una norma europea che specifica in generale i requisiti della protezione personale degli occhi, ed al suo interno, come sottocategorie, si ritrovano delle classificazioni che vanno a descrivere i vari ambiti indagati, cioè le norme 167, 168 e 170.
➼ La IT 167 fornisce i requisiti per la protezione visiva degli occhi, dividendo i risultati in tre classi ottiche. La classe ottica 1 è la ρiυ’ alta e consente di utilizzare gli occhiali per un lavoro continuo. Questo standard controlla anche la trasmissione della luce e la sua diffusione, la qualità del materiale e la sua superficie.
➼ La IT 168 descrive i test non ottici, ovvero di resistenza: alle temperature, alle radiazioni ultraviolette, all’appannamento e alle particelle ad alta velocità (compresi gas, polvere grossolana e polveri fini). Per segnalare la certificazione e il risultato del test, vengono indicate delle lettere:
– S: resistenza agli impatti ad energia incrementata;
– F: velocità e bassa energia;
– B: energia d’urto media;
– A: energia d’urto alta.
➼ La IT 170 testa gli oggetti per i filtri di protezione dai raggi ultravioletti. Questa dicitura si trova sempre espressa da un intervallo con due numeri separati da un trattino, dove il primo numero fa riferimento ai risultati del test sul filtro protettivo e il secondo al livello di tinta della lente. Ad esempio, un occhiale con lenti chiare potrà avere una classe 2-1,2, ovvero una scala di filtri UV 100-74,4%; un occhiale con lenti grigie invece potrà essere 5-3,1 ed avere una scala filtri 17,8-8%.
Tutte queste diciture si vedono sulla lente dell’occhiale, come nel caso dei WileyX Saber Advanced di cui abbiamo parlato poco sopra, riportato qui sotto:
CE: dichiarazione di conformità che dichiara che il prodotto è conforme ai requisiti di sicurezza e salute previsti dalle direttive o regolamenti comunitari.
5-3.1: Numero di scala filtri UV (numero codice + numero di gradazione)
WX: produttore
1: classe ottica
FT: Resistenza meccanica
K: Resistenza al danneggiamento superficiale da parte di particelle fini
IN CONCLUSIONE…
Con questo articolo speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza sulle certificazioni balistiche degli occhiali militari: la loro natura, le caratteristiche, gli standard da rispettare e le specifiche dei test a cui i prodotti vengono sottoposti. Quando su un occhiale viene riportata una dicitura STANAG, ANSI Z87.1, MIL-PRF o EN 166 si può avere una sicurezza in ρiυ’ che quell’accessorio ci proteggerà da eventuali schegge facendo in modo di causare il minor danno possibile a chi lo indossa. Ricordiamo che gli occhiali balistici seppur certificati non garantiscono il 100% di incolumità per l’operatore, né sono in grado di proteggere dagli spari di armi da fuoco, ma sono comunque una validissima protezione sul campo, contro le schegge e i residui, le radiazioni ultraviolette e gli schizzi da agenti chimici.
Se vuoi saperne di più sulle protezioni del militare, leggi il nostro articolo Le protezioni del militare.