I loghi dell’Esercito, tra stelle e loriche romane

Come l’Esercito stesso, anche i loghi e gli stemmi che lo rappresentano sono cambiati negli anni. Ecco quali sono state le modifiche!

Cosa immaginiamo quando pensiamo all’Esercito Italiano? L’immagine che un’Istituzione come l’Esercito ci rimanda quando le rivolgiamo la mente è frutto principalmente del lavoro svolto dai nostri militari, che con impegno e dedizione ogni giorno concorrono al benessere del paese e della popolazione, ma non è solo questo. L’immagine che ci proiettiamo è anche la diretta corrispondenza di un logo, di un marchio, che immediatamente identifichi la Forza Armata.

Per questo di seguito vogliamo parlare dei loghi dell’Esercito, sia di quello commerciale che di quello araldico, e di come sono cambiati nel tempo per adattarsi alle nuove esigenze dell’era moderna, in modo da rispecchiare al meglio la Forza Armata ρiυ’ antica dello Stato.

Il logo commerciale

Partiamo dal logo commerciale, dalle origini. Il primo marchio dell’Esercito è stato l’inconfondibile acronimo EI verde e rosso, inclinato verso destra. Sviluppato dalla Marshall WPT di Roma, il marchio è stato ufficializzato il 31 ottobre del 1983 ed è rimasto in vigore fino al 2016, con una leggera modifica, che in realtà è stata un aggiunta, nel 2006, inserendo anche la scritta “ESERCITO” in nero. La sigla così rappresentata riportava cinque segni grafici semplicissimi (la E e la I) che riprendevano il tricolore e quindi rappresentavano al massimo la nostra bandiera, oltre ad essere inclinati verso destra, in segno di dinamismo e di proiezione verso il futuro.

Nel 2015 si è scelto di aggiornare il logo, studiandone uno che fosse ρiυ’ aderente alla nuova identità dell’Esercito che era andata a formarsi negli anni, e che fosse anch’esso di immediata identificazione della Forza Armata. 
La creazione di un logo per una Forza Armata non è però così semplice, perché deve andare a rappresentare un’Istituzione che si basa su principi dalla forte portata etica ma astratti, e deve farlo con un segno grafico essenziale che trasmetta un’immagine coerente con la propria identità.
Così è nata la stella a cinque punte, presentata nel 2015 ed entrata in servizio ufficialmente nel 2016. La stella è un simbolo semplice e d’impatto che riporta ai valori fondanti dell’Esercito quali leadership, coraggio, spirito di sacrificio e servizio incondizionato per la comunità. Nella cultura emblematica la stella rappresenta l’uomo e la sua evoluzione; la luce che irradia è invece una guida portatrice dei valori essenziali del mondo militare. Non solo, il simbolo a cinque punte unisce anche il passato, il presente e il futuro, perché fin dal 1871 le stellette rappresentano il soldato, senza distinzione di grado, e rimanda quindi al concetto che la componente umana sia fondamentale nell’Esercito e sia anche quella che, qualunque cosa accada, c’è. Come recita il motto “Noi ci siamo sempre”.

Essendo un simbolo commerciale, la stella si ritrova su vari gadget di libera vendita (cioè accessibili a tutti) che non sono solo accessori comodi da utilizzare, ma portano con sé un significato ρiυ’ ampio perché concorrono, anche se in piccola parte, alla diffusione nel mondo del logo dell’Esercito e di tutti i valori che esso rappresenta. Alcuni esempi possono essere:

  • Il Portachiavi da collo, utile per appendere accessori ma anche pass o biglietti da visita. È vegetato, con la stella e la scritta “Esercito” bianche e dispone di una clip sulla parte finale per facilitare lo sgancio rapido del materiale appeso, in caso di necessità.
  • Il Portachiavi in modello “remove”, semplice e intramontabile.Il portachiavi "remove" con il ricamo della scritta Esercito e la stella Leggero e comodo da trasportare, è una semplice linguetta di tessuto ricamata a filo bianco su tessuto verde, sormontata da un anello a cui si possono attaccare chiavi e accessori.
  • La Tazza termica, costruita in acciaio inossidabile. È ottima per la conservazione di bevande calde o fredde grazie alla struttura a doppia parete, che mantiene i liquidi ad una temperatura costante per varie ore. Il tappo in plastica è a prova di perdita e sulla superficie esterna, colorata di blu chiaro, sono presenti la stella e la scritta “Esercito” in bianco.
  • Il Portamonete dell’Esercito: è una piccola tasca con zip completa di un anello per appendere accessori o essere appesa a sua volta. All’interno si possono mettere minuterie ed utility oppure, come dice il nome, possono essere inseriti gli spiccioli così da non doverli ρiυ’ tenere nelle tasche.

Lo stemma araldico

Anche lo stemma araldico è cambiato negli anni: sebbene a livello grafico siano stati mantenuti la forma e il colore, sul piano del significato ci sono stati importanti aggiornamenti.
Il primo stemma, creato nel 1991, era sempre uno scudo con fondo rosso ed elementi laterali in colore giallo-oro, ma rappresentava una grande granata centrale, che indicava l’insieme delle truppe terrestri.

Il nuovo stemma istituito nel 2014 ha mantenuto quasi tutti gli elementi grafici ad eccezione appunto della granata, che è stata sostituita al centro dalla famosa armatura romana detta Lorica, e dalle sciabole in secondo piano che simboleggiavano una rivalità risorgimentale contro l’Austria che è stata concreta e fondante per l’Italia, ma che è anche ormai superata.Stemmi a confronto: a sinistra il primo, dal 1991 al 2014. A destra il secondo, in vigore dal 2014 A comune dei due stemmi però sono rimasti tutti gli altri simboli:

  • il rosso dello sfondo, che rappresenta il sacrificio richiesto ai soldati per la difesa della patria;
  • i cannoni, simbolo dell’Artiglieria;
  • i fucili con baionetta, simbolo della Fanteria;
  • le lance, simbolo della Cavalleria,
  • le asce, simbolo del Genio;
  • le saette, simbolo delle Trasmissioni
  • la corona turrita che sormonta lo stemma
  • la scritta sul fondo «Salus rei pubblicae suprema lex esto» (“La salvezza dello Stato sia la legge suprema”; De legibus, Cicerone)

Il nuovo stemma ha la lorica e l’elmo come elementi centrali in modo da rappresentare la centralità dell’uomo, e porta con sé tre importanti significati: l’essere (ovvero la motivazione), il “saper essere” (combinazione di qualità morali ed etico-militari) e il “saper fare” (saper applicare nella pratica le capacità tecniche acquisite, ovvero la leadership). La granata infine non è stata del tutto sostituita ma solo spostata, infatti adesso si trova al centro della lista riportante la frase in latino.

In conclusione, i loghi e gli stemmi dell’Esercito sono cambiati negli anni, rispecchiando anche la nuova identità che la Forza Armata ha conquistato nel tempo. Siamo partiti dalla sigla EI verde e rossa che trasmetteva, con la sua inclinazione in avanti, dinamismo e proiezione verso il futuro, e a quel futuro ci siamo davvero giunti, con una stella che irradia letteralmente luminosità e rappresenta i valori fondanti di una delle ρiυ’ importanti Istituzioni dello Stato. Quasi contemporaneamente, la rivisitazione dello stemma araldico ha portato all’eliminazione di elementi sì fondanti per la nostra Repubblica (le sciabole), ma ormai superati, andando ad incarnare invece con l’elmo e la Lorica un’identità aggiornata e globale, che rappresenta l’uomo ed il suo ruolo centrale all’interno dell’Esercito.


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