Sempre più spesso negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di Softshell, sia come materiale sia come capo di abbigliamento tecnico. Sembra essere chiara la sua natura innovativa e composita che lo rende ottimo da utilizzare in presenza di climi freddi, ma spesso non si hanno tante informazioni in più. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza!
Partiamo col dire che il softshell si distingue dagli altri materiali perché la sua struttura innovativa, composta da tre elementi diversi, lo rende allo stesso tempo antivento, idrorepellente e traspirante. All’esterno si trova un tessuto sintetico (spesso poliestere) il quale garantisce la funzione idrorepellente e difende dal vento; questo strato costituisce il guscio dell’intero capo, e non a caso “softshell” tradotto dall’inglese significa proprio “guscio morbido”. La parte intermedia è invece costituita da una membrana che ha proprietà traspiranti e si unisce al poliestere nella funzione di contrasto agli agenti esterni. All’interno invece, a contatto con il corpo, si trova il micro pile, che esercita la funzione termica mantenendo il corpo comodo e al caldo, ma permettendogli anche la traspirazione.
È importante sottolineare come il softshell sia idrorepellente e quindi impedisca all’acqua di entrare, ma non sia un impermeabile. Il concetto sembra apparentemente confuso ma si può spiegare in maniera semplice: l’impermeabile impedisce le infiltrazioni d’acqua e di umidità, ma non consente al vapore interno (come ad esempio al sudore) di uscire; il tessuto idrorepellente del softshell invece, combinato con gli altri tessuti sottostanti ne è capace, quindi se da una parte gli agenti esterni non possono entrare, dall’altra la condensa interna può uscire e la funzione termica e traspirante è garantita. Per questo il softshell è molto apprezzato negli ambienti sportivi ma anche negli ambienti lavorativi e operativi in cui si svolgano attività all’aperto, al freddo, e nelle quali si debbano eseguire assiduamente attività ad intensità diverse, che portano il corpo a surriscaldarsi e a raffreddarsi con frequenza.
I capi che ρiυ’ frequentemente sono costruiti in softshell sono le giacche, le quali infatti prendono proprio il nome dal materiale. Per i militari, la Giacca termica in softshell Openland in mimetismo vegetato è un’ottima soluzione per l’ambito operativo, perché oltre alle proprietà termiche che abbiamo appena elencato, dispone di varie particolarità volte a facilitarne l’utilizzo, come il cappuccio a scomparsa, varie tasche con zip, polsi regolabili e canali di aerazione.
Un modello dal taglio tattico ma adatto anche all’ambito civile è invece la Giacca in softshell 101 Inc, anch’essa equipaggiata con tasche con zip e tasche interne, ma anche con coulisse in vita per un indosso più confortevole e di tessuto rinforzato sugli avambracci.
La capacità di impiego del softshell tuttavia non si ferma alle giacche, infatti esistono anche i pantaloni e altri accessori.
I Pantaloni Explorer, con la loro struttura trilaminata, si prestano bene ad un utilizzo nelle mezze stagioni e con i climi moderatamente freddi. Oltre alle numerose tasche con zip, patte e bottoni, hanno vari anelli a D per appendere accessori e dispongono di passanti ρiυ’ larghi in vita capaci di accogliere non solo le cinture ma anche i cinturoni.
Per completare il proprio set up si possono abbinare anche accessori come il Collare Multiuso, comodo anche come copricapo, e i Guanti.
Adesso ci è chiaro, la forma classica del softshell è a tre strati, ma la scienza dei materiali è in continua evoluzione e col tempo sono nate delle varianti che lo rendono adatto alla soddisfazione di ρiυ’ esigenze, come il softshell imbottito e quello invece a due strati. Il primo certamente garantisce una maggiore resa termica ma perde forse in parte la capacità di traspirazione, il secondo invece manca della membrana centrale ma risulta sicuramente ρiυ’ accessibile a livello di prezzo.
Non solo, anche se il capo mantiene comunque tutte e tre le sue caratteristiche di idrorepellenza, traspirabilità e impermeabilità all’aria, queste possono avere percentuali di efficienza diversa, in base alla composizione degli strati stessi. Più semplicemente, facciamo un esempio: l’idrorepellenza viene stabilita con il test della cosiddetta “colonna d’acqua”, vale a dire che si testa il tessuto per capire a quale pressione esso viene permeato dal liquido. Normalmente la pressione dell’acqua piovana oscilla tra i 1000 e i 2000 millimetri, quindi se un tessuto ha una colonna d’acqua di 5000 millimetri è comprensibile che offra un ottimo livello di resistenza. Così, anche nei test di traspirazione e di permeabilità dell’aria, ci sono dei valori standard che aiutano a capire quanto un capo sia valido sotto l’uno o l’altro aspetto.
In generale dunque il softshell può avere caratteristiche diverse a seconda della sua composizione o del capo che è stato scelto di realizzare; se da una parte questo può essere un lato negativo, dall’altra può costituirne anche uno positivo se si pensa che si possono scegliere soluzioni diverse sulla base delle proprie esigenze.